domenica 27 aprile 2014

Proverbi Marinari

Una raccolta di proverbi che può tornare utile . . . . buona lettura a tutti !!!!!

A nave rotta ogni vento e' contrario
Al quinto dì della luna vedrai quale mese avrai
Al levar delle nasse si conosce la pesca
A fiume torbido, guadagno di pescatore
A mare non ci sono taverne
Accerta il corso e poi spiega la vela

Al fare in mare, al tondo in terra
Allor che il vento contro il sole gira, non ti fidar, perché torna forte e spira
Arco di sera, buon tempo spera
Arco in mare, buon tempo vuol fare
Arcobaleno di sera, marinaro tranquillo

Arcobaleno di mattina marinaro all'erta
Barca rotta, marinaio scapolo

Barca, perdita cavalca
Bisogna navigar secondo il vento
C'e' un tempo per pescare e un tempo per asciugare le reti

Chi pesca a canna, perde più che non guadagna
Chi casca in mare e non si bagna, paga la pena
Chi detiene il controllo del mare ha il controllo dell'universo

Chi discioglie la vela a più di un vento, arriva spesso a porto di tormento
Chi dorme non piglia pesci
Chi e' in mare naviga chi e' in terra radica
Chi e' oste o fornaio, e fa il barcaruolo, dato gli sia d'un mazzuolo
Chi e' padrone del mare, e' padrone della terra
Chi ha da navigar guardi il tempo
Chi lavora mangia un'acciuga, chi non lavora, due
Chi non ha navigato non sa che sia male
Chi non ha sorte non vada a pescare
Chi non sa nuotare non si butti a mare
Chi non sa pregare vada in mare a navigare
Chi non s'avventura, non ha ventura
Chi non va per mar Dio non sa pregar
Chi pesca in fretta, spesso piglia dei granchi
Chi pesce vuol mangiare le brache s'ha a bagnare
Chi scapita in mare, scapita in terra
Chi teme acqua e vento, non si metta in mare
Chiaro orizzonte a nord, sole calante, promessa di bel tempo al navigante
Ciel senza nubi, pallide stelle, al marinaio dicon procelle
Cielo a pecorelle, donna imbellettata non durano nemmeno una giornata
Cielo rosso di mattina, brutto tempo s'avvicina



Del mar le pecorelle annunziano le procelle
Dietro lo scoglio il mare è come l’olio

Di' bene del mare, ma resta a terra
Donna iraconda mar senza sponda 

Donna, fuoco e mare fanno l'uomo pericolare
Due capitani mandano la nave contro gli scogli 
E' come l'ancora che sta sempre in mare e non impara mai a nuotare 
E' come un pesce fuor d'acqua
E' meglio pioggia e vento che non il mal tempo
Fa il bene e buttalo a mare: se non te lo riporta la gente, te lo riporta il pesce
Giuramenti d'amore, giuramenti da marinaio

Gran vento di luna vecchia, porta buon tempo
I pesci grossi stanno al fondo

Il beccaio non ama il pescatore 
Il buon marinaio si conosce al mal tempo
il mare e' come il veleno, una volta entrato nel sangue, non esce più 
Il mare ha sempre vent'anni
Il mondo e' come il mare: e vi s'affoga chi non sa nuotare 
Invan si pesca, se l'amo non ha l'esca

Il maestrale  è il ruffiano dello scirocco      
Il polpo si cuoce con la sua stessa acqua 
Il sapere ha un piede in terra e l'altro in mare 

In acqua senza pesci non gettar rete. 
In nave persa, tutti son piloti
Invano si pesca, se l'uomo non ha l'esca
La gatta vorrebbe mangiar pesci ma non pescare

Luna velata, barca armata
Luna piena, l'equipaggio si agita
Luna cerchiata, o vento o pioggia
Luna mercolina peggio di tempesta e brina
Luna pallida annuncia la pioggia, la rossa marca il vento e la chiara promette il bel tempo
Luna velata, barca armata
Luna piena, l'equipaggio si agita
La barca e'come una donna! Non si presta mai
La bonaccia tempesta minaccia

L'arte del marinaio, morire in mare ….. l'arte del mercante, fallire 
Lascia che l'onda passi e la marea s'abbassi 
Levante chiaro e tramontana scura, buttati in mare e non aver paura 
L'ospite e il pesce in tre giorni puzza
Luna senta', marinaio all'erta



Meglio chiamar gli osti in terra che i santi in mare
Meglio coda di gamberetto che coda di pescecane 

Meglio esser testa di luccio (o d'anguilla) che coda di storione
Meglio essere proprietari di un guscio di noce che comandanti di una nave a vapore 
Montagna chiara e marina scura, sciogli le vele e non aver paura
Nave genovese, mercante fiorentino
Nave senza timone va presto al fondo 
Non giudicare la nave stando in terra 
Non incrociar la rotta ad un veliero se dubbio v'ha d'abbordo ancor leggiero 
Non si vende il pesce ch'e ancor in mare
Nubi ramate immote, ciel coperto, tempesta ti annunziano di certo
Non c’è luna nuova senza scirocco, tre giorni prima e tre giorni dopo

Nuvola vagante, acqua non porta
Ogni granchio, ha la sua luna
O pioggia o neve a mezzanotte avrai se a sera un cerchio alla luna avrai

Ogni nave fa acqua; quale a mezzo, quale a proda, e quale in sentina
Ognun sa navigar quando e' buon vento
Pallidezza del nocchiero, di burrasca segno vero
Per la gola si pigliano i pesci
Per mare non ci sono taverne
Poca corda, poco marinaio
Pochi sono gli uomini che possano dare del tu al Mare... Quei pochi non glielo danno
Popolo marinaro, popolo libero
Promesse di barcaiolo e incontro d'assassini, sempre costano quattrini 
Quando nevica naviga, ma dopo nevicato fatti trovare con la barca in secco

Quando il mare fa fontana o è scirocco o è tramontana
Quando la luna è tonda, essa spunta e il sol tramonta
Quando la luna viene nei primi dieci dì, non è di quel mese lì
Quando la luna va in garbino (sinonimo di libeccio), lascia le togne (il bollentino) e tieniti al vino
Quando a pruavia alcun segnale tu avverta ferma, poi avanza adagio stando all'erta
Quando le nubi ascendono dal mare non uscir di porto

Risponda al rosso il rosso, al verde il verde, avanti pur, la nave non si perde 
Saltar dal trasto in sentina 
San Nicolo de Bari, la testa dei scolari e dei marinari 
Scienza, casa, virtù e mare - molto fan l'uomo avanzare 
Scirocco : oggi tiro domani scrocco
Se a calma notte il mare brontola a riva, al largo, o marinar, la barca va giuliva
Se alla sinistra il verde tu rilevi dritto alla via, che manovrar non devi 
Se il verde mostri mentre il rosso vedi, accosta sulla dritta e il passo cedi 
Se l'alba verde a te apparirà da questo lato il vento arriverà
Se lampeggia, ma più tuona, il vento vien da dove suona 
Se l'iride si vede la mattina badate che il mal tempo s'avvicina 
Se raggiungi in tua rotta nave in mare sei tu che per passar dei manovrare
Se sulla rotta rosso e verde appare, mano al timone, a dritta tieni il mare
Se v'e' neve, foschia, o nebbia folta sii cauto e lento ed i segnali ascolta
Secondo il vento, la vela 
Senza esca non si pesca


Serata rossa e grigia mattinata, indizi certi di bella giornata 
Sete, oto e nove l'acqua non si move, vinti, vintun e ventido', l'acqua non va ne' in su ne' in gio' 
Stelle ingrandite e luminose assai annuncian cambiamento ai marinai
Stelle moltissime in ciel filanti, di vento e pioggia son segni parlanti
Stelle moltissime in ciel filanti, di vento e pioggia son segni parlanti 
Stelle troppo scintillanti, vento forte a te davanti
Tramontana torba e scirocco chiaro, tieniti all'erta, marinaro
Tre cose fan l'uomo accorto: Lite, donna e porto
Tu dagli eventi prenderai consiglio pronto e sicuro in subito periglio 
Un occhio al pesce e un altro alla gatta
Un pane dura cento miglia, e cento pani non durano un miglio 
Una volta bagnato con l'acqua salata, non ti asciughi più
Vecchia nave, ricchezza del padrone
Vento da nord propizio al marinaro, se l'orizzonte scorgi netto e chiaro
Vento in poppa, mezzo porto 
Vento in poppa, vele al largo

lunedì 7 aprile 2014

PEZZONOVE: Viaggiatori

Scuola, lavoro, impegni familiari e anche quando si pensa di essere finalmente liberi per poter andare a pescare, ecco che anche la natura sembra mettersi contro di noi manifestandosi con tutta la sua violenza. In questi casi che si fa? . . . . . grande invenzione il web e la condivisione . . .  ed eccoci sintonizzati su youtube a sognare grandi avventure con chi ha deciso di mostrare le sue. Ammiriamo posti fantastici, veri paradisi per la pesca, ancora incontaminati dalla follia umana. Restiamo stupiti al solo guardare pesci da sogno, che neanche l’immaginazione può descrivere e godiamo nel vedere quelle splendide creature tornare a nuotare nel loro meraviglioso ambiente dai colori surreali. Paradisi per pescatori, un allamata dietro l’altra, varietà impressionanti di specie ittiche . . . il tutto con una facilità estrema.


Ma non è tutto oro quel che luccica . . . . . . continuando a guardare decine, centinaia di video, alcuni addirittura per più volte, si comincia a osservare più attentamente tutto l’insieme che sta dietro questo “spettacolo” meraviglioso.  E si cominciano a notare particolari che prima sembravano insignificanti. Che ci fa un mega fisherman negli atolli nel bel mezzo del pacifico. 
Come mai si vedono solo attrezzature da migliaia di dollari e mai una semplice canna da bolentino con un normale mulinello, anche quando si stanno catturando prede non di taglia esagerata. Perché capitano sempre nella migliore stagione climatica o nei migliori periodi di passa . . . come lo sanno, visto che non vivono lì. Come sanno i punti di migrazione migliori dove poter catturare determinate prede  . . . . .  ed è qui che mi voglio soffermare, su una figura importantissima che tutti questi grandi pescatori omettono nelle loro imprese.


Se ci avete fatto caso in ogni video il pescatore di turno è sempre accompagnato da un angler (quasi sempre della stessa nazionalità), a sua volta accompagnato dal capitano che, nella maggior parte dei casi, è il proprietario del resort o dell’ imbarcazione e da uno sconosciuto autoctono, conoscitore dei luoghi di pesca che quasi per sbaglio viene anch’esso immortalato nei video.  A questo punto fra queste “figure” secondo voi chi è il vero pescatore??????????
Rimango affascinato da questi ragazzi “ai margini”, trattati come mozzi che in realtà: conoscono da generazioni i luoghi migliori di presenza ittica delle loro zone, avvistano e seguono i pesci in caccia, preparano e filano le esche in mare, catturano la preda e passano la canna al “pescatore” (che non fa altro che girare un mulinello), portano sottobordo animali da brivido (marlin, giant trevalley, wahoo) a mani nude attorcigliandosi la lenza nelle braccia, raffiano o taggano pesci da quintali senza alcuna difficoltà e dulcis in fundo poggiano il pesce sul “pescatore” già seduto in posa per la famosa foto che in seguito apparirà nei canali di informazione sociale.



E’ emozionante e adrenalinico pescare animali da sogno, sono bellissime esperienze che vanno fatte per chi ama la pesca, ma ricordate sempre, cari “pescatori da viaggio”, che senza questi ragazzi niente sarebbe lo stesso . . . . un grazie ogni tanto nei vostri racconti o video non guasterebbe! 

RobinHook

giovedì 13 marzo 2014

PEZZOOTTO: LA FAMA E L'ARROGANZA



Piratam et boucan!

Il progetto continua ad andare avanti e le visite e le email che arrivano al nostro indirizzo che ricordo a tutti bandidosdelmar@gmail.com , ci indicano che forse la nostra percezione non era infondata e siamo tutti un po’ stanchi delle urla che ogni giorno ci assordano. Il tema di oggi è l’arroganza, una cosa che purtroppo  contraddistingue molti uomini che percepiscono di aver raggiunto un obiettivo. 


Chiaramente non parliamo di nessuno in particolare, non ne avremmo né il diritto né sarebbe giusto farlo, ma vorremmo mettere l’accento su alcuni atteggiamenti. Anche noi abbiamo il  nostro account facebook, quello della banda, con cui sbirciamo quel mondo e leggiamo cose che ci fanno accapponare la pelle. Le figure importanti nella pesca sportiva degli ultimi 50 anni in Italia sono tante e tutte hanno segnato l’inizio di una strada che poi in decine di migliaia abbiamo percorso. Vecchissimi trainisti, bolentinisti, spinners, jiggers, surfcasters, moschisti, bassmen nomi che hanno scritto la storia di una tecnica portandola ad un livello superiore e consegnandola agli sportivi. La caratteristica che accomuna tutte queste figure è il fatto di non essere “personaggi” dell’ambito pesca-sportivo.. Molti hanno dato il nome a qualcosa, alcuni hanno inventato un lancio, un piombo, una mosca, un tipo di innesco per il vivo, un materiale composito, un assemblaggio. Alcuni hanno scoperto e rilanciato tecniche che nel nostro paese o in tutto il bacino non erano note quasi a nessuno, altri hanno creato una sorta di cucina fusion unendo con coraggio da precursori tecniche specifiche per le acque interne a tecniche salse. Grandi pescatori spinti da quella genialità che permette all’uomo in competizione con la natura di ideare qualcosa per provare a superare i limiti che gli vengono imposti. Poi ci sono i personaggi.. Ma cosa è un personaggio? Il “personaggio” è per definizione  qualcosa di inventato, costruito e che non rispecchia quasi mai la realtà che vuole trasmettere di sé o la riflette per una piccolissima parte. Tantissimi anni fa i “personaggi” non esistevano,perché era difficoltoso crearne uno e serviva fare risultati che fossero tangibili e ben noti. C’erano grandissimi pescatori, gente competente che filava lenze in mare e costruiva canne da mosca con il bambù. Erano quelli che vedevano avanti e che possedevano quel guizzo in più. 


Per diventare personaggio invece basta davvero poco. Intanto non apporta nulla di costruttivo, nessuna innovazione, nessuna idea.. E' pò come l'amico sopra, bellissimo, ma con il solo talento di saper resistere al veleno dell'ambiente circostante vivendo in simbiosi con attinie urticanti ogni giorno ma liberandole dagli scarti e ripulendole con dedizione. Basta riuscire a trovare una piccola finestra e da là affacciandosi con il megafono gridare “io sono un personaggio!” “io sono un personaggio!” io sono un personaggio!” tante volte sino a che il mondo non si ferma convito ed esausto ad acclamare. Non serve neanche fare i risultati, non in prima persona, basta farlo credere ma per arrivare a questo livello bisogna essere dei professionisti e non tutti riescono. Ci vuole pazienza, carezzare i grandi marchi produttori di qualsiasi cosa (dalle pasture ai galleggianti, dai monofili ai mulinelli, dalle reti ai gps) ogni giorno, girare ininterrottamente cercando pescatori che sappiano pescare da cui ottenere immagini di pesci pescati in mare (perché generalmente i personaggi non sanno farlo nei nostri mari o hanno troppo poco tempo libero impegnati come sono a costruirsi una credibilità). Bisogna lavorare ai fianchi, vendersi bene, portare a profitto ogni istante del proprio tempo. Ah, ecco! Una caratteristica dei personaggi è la venalità smisurata e quindi la mancanza totale di generosità. Dicevamo, i personaggi quindi li vedi sempre indaffarati e sudati correre sbattendosi da un punto all’altro cercando di farsi aprire questa o quella porta, scorticandosi le mani a forza di bussare, le ginocchia a forza di piegarsi. Nulla di male. E’ un lavoro anche questo e come tale va rispettato. Il personaggio serve per far arrivare un messaggio, serve per fare pubblicità perché se non ci fosse il personaggio nessuno crederebbe al prodotto x piuttosto che ad uno y. E’ un mestiere, vecchio come il mondo quasi confinante con quello del politico acclamato dai suoi ed odiato dagli altri. Il personaggio però è triste. Si vede che soffre rinchiuso e tenuto in ostaggio dal proprio ego smisurato, ha smarrito il gusto delle cose fatte per farle e basta. Ha smarrito il piacere di scattare una foto per mostrarla ai propri amici senza doverci per forza guadagnare o di utilizzare una attrezzatura da pesca che non sia quella a cui ha venduto l’anima. Il personaggio non riesce neanche ad apprezzare la gioia dei propri amici se questi non hanno dato fiducia al suo sponsor o al suo marchio. Personaggi.. Poveri personaggi.. Non li critichiamo né li biasimiamo ma proviamo per loro altri sentimenti soprattutto quando li sentiamo affermare che solo loro hanno il diritto di mostrarsi e che è intollerabile vedere altri provare ad intraprendere lo stesso percorso magari armandosi di una piccola telecamera con filmati approssimativi e foto banali, prostaff improvvisati speranzosi di guadagnare pochi euro con cui tirare avanti una settimana anche a costo di massacrare decine di laghi o di chilometri di coste. Sinceramente non sappiamo cosa ci renda più tristi se i primi o gli ultimi, se quelli che si sento arrivati e padroni del mondo (avendo dimenticato perché si va a pesca) tanto da affermare in preda ai deliri che nessun altro dovrebbe fare altrettanto, o questi che li vedono come miti ingialliti da imitare.
Sia per i primi che per i secondi il mio pensiero è “mi spiace per voi” mentre tutti gli altri, la stragrande maggioranza per fortuna, siamo persone e non personaggi, andiamo a pesca per divertirci, non cerchiamo guadagni di pochi o molti euro che toglieranno il piacere al nostro hobby e ne comprometteranno l’esistenza stessa presto o tardi perchè se oggi percepiamo dei problemi la colpa non è delle persone ma dei personaggi. 

Drake il corsaro

lunedì 3 marzo 2014

PEZZOSETTE: Il politik-spinner


Perchè oggi lo spinner non pensa piu alla pesca....è un grande teologo, conoscitore di tutte le correnti sofiste.

Aveva nei giorni pre web solo la voglia che finisse il lavoro o la scuola per andare a bagnare le sue esche.

Godeva piu dei cappotti che delle catture.

Oggi invece si schiera su questa o quella coalizione, legge i blog e si eccita come una cortigiana a leggere i commenti piu sottili e di alto livello intellettuale.
Poi per fortuna va a pesca e si ricorda che di quello che fan gli altri se ne infischia, perchè la sua vita è fin troppo incasinata, gli basta che quell'artificiale e quell'alba gli mettano il cuore in pace e dell'alta filosofia se ne infischia.



Pescare gli piace troppo, così anche quando non può, pensa di rimanere legato alla pesca leggendo gli articoli altrui, i blog, i forum, e torniamo di nuovo al punto di partenza in un circolo vizioso.
Ma se diventi un pirata solitario, non puoi lottare per il C&R, non puoi condividere le tue emozioni con migliaia di sconosciuti...e allora che fare, che fare?

Diciamoci la nuda verità, essere pirati solitari, ci ha fatto innamorare di questo mondo.....torniamo ad esserlo.


Pirata emigrato

mercoledì 26 febbraio 2014

PEZZOSEI: Complicità

Nonostante  la scarsa educazione civica delle masse e il fatto che ancora in molti risentono dell’istinto primordiale del cacciatore, nell’ultimo decennio si è assistito ad un notevole progresso nella figura del pescatore/sportivo. Sino a poco tempo fa era più conosciuta la tabella di mendeleev che la tabella delle misure minime del pescato. Era inconcepibile andare a pesca e tornare a mani vuote, figuriamoci un atto come il rilascio. Si guardavano le pescherie come un luogo pieno di pesce, senza curarsi delle micro taglie o dei molluschi illegali.


 Oggi, anche se ancora in pochi, ci possiamo indignare nel vedere stragi ittiche gratuite(sappiamo cosa sono), conosciamo bene il pescato che è giusto acquistare o mangiare , si parla liberamente di rispetto della natura e del rilascio delle prede, e in molti casi si ricevono pure approvazioni da chi ci sta attorno . . . . . . . . sembra di no, ma qualcosa sta cambiando.

 “Complicità’”. . . . . . . . il significato di questa parola:  “partecipazione a un’azione criminosa o colpevole, considerata, in diritto penale, una forma di concorso nel reato”
Anche se a nessuno piace vedersi attribuita questa definizione, dobbiamo ammettere che tutti un po’ lo siamo . . . . chi per amore, chi per gioco, chi per amicizia, chi per interessi , chi . . . . . non se ne rende conto!?
Ed è proprio nel “non rendersene conto”che risiede la complicità con cui più facilmente ci si macchia.
Il silenzio di chi guarda gettare le reti sottocosta è complicità, guardare un secchio pieno di pescetti e passare avanti è complicità, vendere il pescato è complicità, mettere un ”mi piace” a foto orrende è complicità, mangiare bianchetto è complicità, condividere false prodezze è complicità, guardare da lontano chi sporca è complicità, mangiare pesce sotto misura è complicità, complimentarsi con chi sbaglia è complicità, e chi più ne ha più ne metta  . . . . . . . . . . . . . . . . .  cari marinai, che vi piaccia o no, in questo siamo tutti un po’ colpevoli.


Altro aspetto molto vicino alla complicità è la giustificazione. Quante volte abbiamo sentito la frase “ tanto se  li lascio c’e qualcuno che li prenderà” oppure “non siamo noi pescatori  a depredare il mare ma i pescherecci” o ancora “tanto i controlli non esistono chi vuoi che se ne accorga” . . . . . . .  tutto ciò fa sempre parte dello stesso gioco . . . . . anche senza grossi massi, tanti sassi gettati in mare prima o poi fanno una diga.

Tocca ad ognuno di noi, nel nostro piccolo, fare la nostra parte . . . . informiamo, parliamo, indigniamoci, rimproveriamo, facciamo notare, commentiamo, gridiamo . . . . . . e in tutti i casi facciamo sentire le nostre idee . . . . . . vedrete che con il passare del tempo le mentalità cambieranno o almeno . . . . . . accetteranno.



E’ chi ci sta attorno che dobbiamo influenzare, i cambiamenti partono dal popolo!!!  

Robin Hook

mercoledì 19 febbraio 2014

PEZZOCINQUE: La Sea's Bandit cerca marinai


Piratam et Boucan a tutti voi!

Abbiamo aperto le vele qualche tempo fa speranzosi che il vento soffiasse e che ci portasse lontano. 


Abbiamo varato questa nave e l'abbiamo riempita di pirati, corsari e bucanieri raccolti in tutto il paese e tutti spinti dalla stessa motivazione e pronti alla battaglia. Affilato per anni le nostre sciabole, pulito i moschetti, caricato nelle stive barili di nera polvere e tonnellate di palle di ferro. 


Finalmente con le cime ormai sciolte e l'ancora levata il vento comincia a sospingerci lontanto e non sapremo ancora esattamente quando arriveremo nè quali battaglie affronteremo durante il viaggio. Abbiamo però ben chiara la rotta che seguiremo senza sosta. I nostri sestanti, le carte, le lanterne, tutto è ben predisposto alla lunga navigazione che ci attende.


Ma non saremmo dei veri pirati se non accogliessimo tutti, se non dessimo spazio ad ogni uomo spinto dalle stesse nostre idee. 

Per questo il nostro pezzocinque lo dedichiamo a voi, a tutti voi invitandovi, se vorrete e se ne sentirete l'esigenza, a saltare a bordo di questo nave, ancora piccola destinata a grandi battaglie.

La nostra email

 BANDIDOSDELMAR@GMAIL.COM

è a vostra disposizione, amici, per qualsiasi cosa vorrete farne. 

Inviateci le vostre foto, i vostri pezzi che vorreste pubblicare, le vostre denunce, i test, le prove tecniche senza veli, filmati, tutto quello che vi brucia dentro e vorreste gridare ma che non potete e noi, se sarà lecito e possibile, vi accoglieremo a bordo di questa Galera facendo di voi uno di no. 


Non ci interessa il vostro nome, ci basta una email ed uno pseudonimo, non vogliamo conoscervi nè farci riconoscere, vogliamo soltanto difendere il nostro mare ormai troppo offeso da veri briganti..


Piratam et Boucan a tutti voi!! 




lunedì 17 febbraio 2014

PEZZOQUATTRO: Il mondo è bello perchè è vario

Quante volte avete sentito questa frase nella vostra vita?...tante sicuramente...una tipica frase che spesso viene utilizzata per uscire da situazioni imbarazzanti ma che spesso riflette la realtà. Immaginate la noia e la tristezza di un mondo omologato, asettico....noioso per l'appunto. Le differenze sono quelle che rendono il mondo un posto affascinante, che richiede di essere scoperto. La scoperta del "diverso" è quello stimolo che si insinua in ogni individuo che lo porta al continuo desiderio di scoprire qualcosa di nuovo e di diverso. Ognuno nel suo piccolo cerca di provare e comprendere il "diverso", chi viaggia verso mete sconosciute, chi prova nuovi spot, chi prova il nuovo ammorbidente, chi cerca di comprendere l'oscuro legame fra pepe rosa e lime nelle patatine. Ognuno ha un proprio rapporto con il diverso e questo merita rispetto.



Nel nostro amato sport piscatorio ognuno si appassiona ad una tecnica piuttosto che ad un'altra. Chi ama attendere quel timido tentennio di un galleggiante sul pelo dell'acqua che bruscamente viene risucchiato verso il fondo, chi lancia pezzi di plastica e ferro in mare sperando in una botta improvvisa, chi con la sua barca trascina un'esca per miglia e miglia in mare sperando in un glorioso ronzio del cicalino, chi sfida le proprie prede addentrandosi nel loro mondo armato di maschera e pinne, chi....potrei continuare all'infinito. Tutto ciò per dire che la pesca è una passione dalle mille sfaccettature. Ma su una cosa oggi vorrei soffermarmi con più attenzione. Il rilascio.

Ammetto di essere un praticante del Catch&Release quasi totale, non perchè sia un gesto nobile come molti dicono (cosa di cui dubito, sarebbe nobile non dargli fastidio se si è già consapevoli di volerli rilasciare), ma perchè mi fa stare bene. Si sa, noi pescatori siamo fondamentalmente egoisti e non badiamo a far del male alle nostre prede, lo sappiamo e lo sanno tutti, cerchiamo di difenderci quando ci attaccano ma non abbiamo scusanti...ci piace. Sono sincero quando dico che rilasciare un pesce mi dà la stessa carica di adrenalina che provo quando sento la botta sul manico della canna. Inutile negarlo...non so se sbaglio o meno, però mi fa stare bene con me stesso. Non critico nessuno che la pensi diversamente, ma accetto chi critica le mie idee.




Sappiamo che esistono delle leggi sulle misure minime del pescato, sappiamo tutti che molte di queste sono ridicole e prive di senso, sappiamo tutti che se qualcuno porta a casa un pesce che supera queste taglie è inattaccabile. Sappiamo tutti che se per la legge è ok, allora si può fare (è strano vedere come le leggi sono buone solo quando servono a giustificarsi). Però ogni tanto confesso di dubitare del mio rapporto con il rilascio, mi chiedo se sia realmente giusto o meno. Penso alle mie catture, ai miei rilasci, alle spigole di taglia e non che sono tornate in mare, e, nonostante provi gioia nel ricordare il momento in cui il pesce con uno scatto ritorna fra le sue onde, mi chiedo se in quel momento abbia fatto la cosa giusta. Penso a quello stesso pesce su di una tavola imbandita, con i tuoi parenti, le risate, i visi gioisi nel gustare una bel pesce, tutta la famiglia unita allo stesso tavolo a condividere la tua cattura. Immagini i momenti in cui descrivi agli zii in ogni minimo particolare tutte le fasi della cattura, la sveglia alle 4 di mattina, l'attacco a vuoto, il cambio dell'esca, la botta ed il combattimento. Rivivi quei secondi come se fossi ancora fra le onde a combattere con il tuo avversario. Ed allora pensi che forse avresti potuto portarlo a casa e condividerlo con i tuoi cari...o forse no...Io personalmente amo restare nel dubbio, non scelgo mai il destino di un'eventuale cattura a priori, amo lasciarmi guidare dall'istinto, dalle emozioni, dal momento. Spesso vince il desiderio di rivedere il mio avversario che ritorna lentamente nel suo elemento, non so spiegarlo, probabilmente è un gesto di ringraziamento per quelle emozioni che solo in quel modo mi ha potuto regalare. Emozioni che terrò sempre con me, ad ogni lancio, ad ogni pesce e ad ogni cappotto. Per questo capisco chi decide di portare a casa la propria preda, lo capisco perfettamente e, sebbene la pensi diversamente, lo accetto e lo comprendo.



Personalmente, mi piace pensare che la pesca sia un'incognita, non mi piace studiare la pesca come fosse una scienza di cui bisogna conoscere tutti i suoi segreti, lascio che la pesca ed il mare mi sorprendano. Ogni pescata, ogni combattimento è un mondo a se stante, ed il rilascio deve essere un gesto che nasce dal cuore, istintivo, spontaneo, deve avere un senso per noi, non per gli altri.

Parrucca